giovedì 3 marzo 2011

Cappon magro per il commissario

Questo giallo di Cristina Rava, in cui ritorna il personaggio del commissario Bartolomeo Redaudengo, piemontese trapiantato nel ponente ligure, ha il grande pregio di mantenere un tono lieve e ironico anche nel raccontare le miserie della vita umana, nello specifico l'omicidio. Infatti, come ogni giallo che si rispetti, il libro si apre con un cadavere, quello di un'originale e ricca vecchietta dell'alta società di Albenga, Idelbranda Peluffo. I possibili sospetti per il commissario e la sua squadra che si occupano delle indagini, non sono poi molti: un nipote e la badante ucraina, Svitlana. Il caso, però, si impantana quasi subito, e, caduti i sospetti sui maggiori indiziati, il commissario si trova a girare a vuoto, combattendo con la ferrea dieta impostagli dalla fidanzata per combattere il colesterolo e l'attrazione fatale che prova verso la sospettata: ci vorrà un colpo di fortuna, e la presunzione dell'assassino a spingere le indagini verso la soluzione finale.
L'autrice è bravissima a disegnare i personaggi, partendo dalle loro abitudini, dalle loro manie ed espressioni preferite, come è brava a indagare la loro psicologia, a mostrare i contrasti e i dubbi che li caratterizzano, come accade per il commissario, diviso fra l'attrazione per la misteriosa ucraina e la fedeltà alla fidanzata-quasi-moglie Ardelia, anatomopatologo che segue il caso, e diviso allo stesso modo fra il suo istinto di buongustaio e le ragioni salutistiche che gli imporrebbero di limitarsi di fronte ai manicaretti.
Nonostante abbia un ruolo solo marginale nell'indagine, a tutto tondo è anche il personaggio di Ardelia, fidanzata del commissario, che, con intuito tutto femminile, percepisce le esitazioni del suo uomo e cerca di richiamarlo a sé, grazie alla preparazione di uno dei più complicati piatti della cucina ligure, il cappon magro che da il titolo al romanzo. La descrizione della storia del piatto, che si intreccia con la sua preparazione e le riflessioni di Ardelia è uno fra i pezzi più riusciti di tutto il libro, almeno a mio parere.
La principale sospettata, nonché terzo vertice del triangolo amoroso, è, come da copione, il personaggio che racchiude più misteri, che a poco a poco si sveleranno con lo scorrere della storia.
Il ritmo del libro è buono e alterna momenti di azione e dialogo a ricche descrizioni di Albenga e dei luoghi di confine fra Liguria e Piemonte.
Una personale nota di simpatia per Svetlana (questa volta con la “e”), la splendida gatta della defunta, in cui ogni amante dei felini può riconoscere qualche tratto dei suoi amici a quattro zampe.
Un romanzo che consiglio senza dubbio a tutti coloro che amano il giallo classico venato da una sottile e intelligente ironia.

Cappon magro per il commissario, Cristina Rava, Fratelli Frilli Editori 2009

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