mercoledì 11 maggio 2011

Nel nome del padre di Gianni Biondillo

Luca, Sonia e la piccola Alice: una famiglia come tante che si trova a vivere una situazione comune, la separazione dei coniugi, con tutte le dolorose conseguenze che questa porta con sè. In particolare per Luca, padre non affidatario che si trova a combattere con le difficoltà di una vita da single di ritorno e con quelle di vedere la figlia, che è diventata vittima e strumento della guerra fra i genitori. Luca dovrà scendere fino all'ultimo gradino della disperazione per poter risalire e ritrovare un difficile equilibrio.
Il romanzo tratta un tema di attualità, quello delle difficoltà per i padri separati di vedere i figli nei casi in cui l'ex moglie decida di utilizzare i vuoti normativi a suo vantaggio. E di questa guerra sono in primo luogo i figli, come la piccola Alice del romanzo, a pagare il prezzo più alto, incapaci di difendersi e di capire le ragioni che portano gli adulti a comportarsi in un modo così egoista.
Intorno a Luca ruotano tutta una serie di personaggi: Michele, l'amico di sempre, Gabriela, il nuovo amore, i colleghi di lavoro, l'avvocato e i suoi compagni di sventura, i padri separati, tutte personaggi reali e vitali. Il ruolo più negativo, come prevedibile, viene lasciato all'ex moglie Sonia, che appare come una donna egoista e priva di equilibrio psicologico: non si può non trovarla odiosa e risulta difficile capire le ragioni del suo comportamento.
Il romanzo si alterna fra il difficile presente di Luca con il suo lottare per rifarsi una vita e il passato della coppia, nel tentativo di cercare un perchè alla dissoluzione così dolorosa del loro legame, una spiegazione impossibile da trovare perchè probabilmente inesistente.
La scrittura è asciutta, il ritmo secco e pressante in modo da non dare tempo al lettore di prendere fiato: le pagine del libro si leggono una dietro all'altra nell'attesa di arrivare al finale, sempre al fianco del protagonista per cui è facile provare simpatia.
L'argomento non è facile da trattare ma l'autore lo fa con grande abilità, evitando di cadere nel pietismo o nelle banalità. Non una lettura delle più leggere, ma sicuramente un libro che vale la pena di leggere.

Gianni Biondillo
Nel nome del padre
Guanda 2009

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