venerdì 3 giugno 2011

Il re dei giochi


Quando finirete il terzo romanzo della serie del BarLume penso proverete il mio stesso desiderio di andare immediatamente a leggere i primi due: il libro è una commistione di molteplici generi, fra cui la commedia legata al ristretto ambiente di paese (nello specifico un immaginario paesino della Toscana nei dintorni di Pisa),  il giallo di impronta logico-deduttiva (alla Agatha Christie per intenderci) e il comico vero e proprio, irriverente e spassoso, rappresentato dal quartetto di vecchietti che staziona vita natural durante, quasi come una singola entità, nel BarLume di Massimo.
Anzi, per essere precisi, oltre a stazionare, i vecchietti occupano il biliardo, si dilettano nel pettegolezzo locale e si inventano strampalate teorie per risolvere un possibile e presunto duplice omicidio alle cui basi sembra esserci un caso di tradimento e ricatto, il tutto sullo sfondo di una tornata di una tornata di elezioni politiche, creando non pochi problemi al povero Massimo, che è chiamato a essere il braccio delle quattro formidabili menti.
Il romanzo di Malvaldi è brillante e i quattro vecchietti con le loro riflessioni, le loro manie e la loro passione per il biliardo (“Il re dei giochi”) riescono a strappare più di una risata mentre l’intreccio giallo si dipana, per lo più attraverso la riflessione e il dialogo che l’investigazione vera e propria.
Un libro che si legge fin troppo in fretta, non sapendo alla fine per chi provare più simpatia: il povero Massimo, che fa tutta la fatica e cui tocca spesso di riparare i quasi-disastri combinati dai suoi clienti affezionati o il quartetto di dolci e terribili vecchietti? Difficile a dirsi.

Il re dei giochi
Marco Malvaldi
Sellerio 2010

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